L’introduzione dei pagamenti SEPA ha rivoluzionato il collegamento tra imprese, cittadini, pubbliche amministrazioni e banche. La SEPA (acronimo che sta per Single Euro Payments Area, cioè Area Unica dei Pagamenti in Euro) è una vasta area in cui tutti bonifici e gli addebiti diretti internazionali vengono trattati con le stesse condizioni e le medesime modalità nazionali.
Il Regolamento n. 260/2012 emanato dalla Commissione Europea ha definito le linee guida dei pagamenti SEPA. L’area, innanzitutto, include 36 Paesi e non soltanto quelli inclusi nell’Unione Europea, ma anche quelli facenti parte dello Spazio Economico Europeo (o EEA), come Islanda, Norvegia e Liechtenstein. La SEPA, insomma, può essere considerata un’antenata della più recente PSD2 (Payment Services Directive 2): ha formato un terreno fertile per creare situazioni economiche più favorevoli per le imprese e i consumatori, aumentando la concorrenza e semplificando le operazioni di incasso e di pagamento.
I pagamenti SEPA non hanno vincoli
I pagamenti SEPA hanno abbattuto molte complicazioni che erano presenti prima dell’entrata in vigore del Regolamento n. 260/2012. Dalla loro introduzione non è più necessario, per esempio, avere un secondo conto corrente: all’interno dell’area SEPA un’impresa o un cittadino italiano possono effettuare e ricevere bonifici dal conto corrente italiano anche quando si trovano all’estero. Questa novità ha abilitato diversi scenari. Le pubbliche amministrazioni, inoltre, possono ricevere pagamenti sul conto corrente nazionale anche se il mittente ha un conto all’estero. Le imprese possono pagare, tramite un unico conto corrente, i dipendenti che risiedono in tutta l’area SEPA accentrando, in questo modo, le operazioni di tesoreria in un unico Paese.
È facile capire perché tutto ciò abbia dato il via a una vera rivoluzione per banche e imprese in Europa. La SEPA ha abilitato uno scenario inedito e semplificato: i pagamenti SEPA hanno creato un’unica grande area con condizioni economiche vantaggiose e un sistema unificato e coerente per le imprese, gli enti pubblici e i consumatori. Non ci sono più differenze, per esempio, tra un bonifico effettuato da un conto di una filiale a Milano a un conto di Roma e un bonifico fatto tra Milano e Parigi.
Dopo i pagamenti SEPA, un mercato più competitivo
L’introduzione dei pagamenti SEPA ha permesso alle banche di aprirsi all’intero mercato europeo, attraverso modalità e schemi di pagamento validi tanto sul territorio nazionale quanto nel resto dell’area SEPA. Ciò ha creato, di conseguenza, un mercato più ricco dal punto di vista della domanda ma anche dell’offerta. La SEPA ha standardizzato i servizi di pagamento in Europa, creando quindi una maggiore concorrenza che ha agevolato il miglioramento delle condizioni delle offerte accessibili. Ciò significa che le imprese possono beneficiare di procedure semplificate con tempi e spese ridotte delle operazioni bancarie. Per effettuare i pagamenti SEPA sono sufficienti il nome del destinatario e il suo IBAN: il codice BIC non viene più richiesto. L’Italia è stata più veloce: tale modifica era già stata adottata prima che la procedura venisse standardizzata a livello europeo.
Il RID è diventato SDD. Sono rimasti RIBA, MAV e RAV
Il Regolamento n. 260/2012 ha obbligato i Paesi aderenti ad abbandonare i precedenti schemi di pagamento attivi sul territorio nazionale in favore di uno standard di pagamenti SEPA a livello europeo. Ecco perché il Rapporto Interbancario Diretto (meglio noto come RID) è stato sostituito dal SEPA Direct Debit (SDD) per l’incasso pre-autorizzato. A livello pratico per le imprese e i consumatori è cambiato poco, ma il nuovo accordo ha standardizzato le procedure tecniche del trasferimento del denaro tra i Paesi della SEPA. I pagamenti SEPA non hanno però eliminato completamente i precedenti schemi di pagamento. Sono rimasti intatti le RIBA, i MAV, i RAV, i bollettini postali e bancari.
Risparmi per oltre 21 miliardi di euro
I pagamenti SEPA, quindi, hanno significato semplificazione e standardizzazione. Nel 2014, l’Unione Europea ha chiesto a PwC di stimare i benefici economici che la SEPA avrebbe apportato non appena sarebbe stata a regime. I dati parlano da soli: 21,9 miliardi di euro risparmiati, 227 miliardi di euro di liquidità sbloccati e 9 milioni di conti bancari in meno. Per le imprese l’area SEPA ha significato 13,2 miliardi di risparmi a cui hanno contribuito le tariffe più basse e la convergenza dei prezzi, senza dimenticare fino a 115 miliardi di euro guadagnati tramite la maggiore efficienza dei processori e una fluidità superiore dei flussi bancari. I pagamenti SEPA hanno contribuito a standardizzare le procedure per agevolare un mercato più competitivo, affinché l’Europa non fosse indietro rispetto a Paesi come gli Stati Uniti e la Cina.